mercoledì 30 marzo 2011

Una mamma in...canone inverso

Un amico, tempo fa, tentò di spiegarmi cos’è, in musica, un canone inverso.
Cercherò di fare un esempio: bisogna prendere una parola che, letta al contrario, dia un’altra parola di senso compiuto: In Wikipendia ho trovato: ACETONE = ENOTECA.
Ora devo pronunciare ACETONE e trovare qualcuno che pronunci ENOTECA insieme a me, nello stesso istante! Cosa ne esce? ... un casino!?
Ecco, questa è la mia esperienza di mamma.
Diventare mamma era la mia “vocazione” da una vita. Quando giocavo alle Barbie, le facevo sposare e subito diventavano mamme! Mai un sogno diverso, un'ambizione, una Barbie in carriera! Se è vero che i bambini imparano la vita giocando… questo è quello che ho imparato io.
Diventata grande le cose sono cambiate, di poco.
Ho conseguito la maturità, sono andata a lavorare, mi sono anche divertita, ma il chiodo fisso era quello! Trovare il mio principe azzurro e creare la mia famiglia!
Ho impiegato qualche anno (tanti) a trovare quello giusto (giusto?) anche se questa -col senno di poi- la ritengo una fortuna! Comunque il progetto comune c’era: metter su famiglia!
Ho cambiato paese, vita, lavoro, ben contenta di farlo perché lasciavo tante cose di cui ero poco soddisfatta…questa sarebbe stata la mia nuova vita!
Dopo due anni di rodaggio, abbiamo cominciato a cercare sotto i cavoli i nostri bambini. Due li abbiamo trovati senza troppa fatica, la terza è venuta a cercarci, lei! Non che non avessimo più voglia di cercare; il desiderio era davvero tanto, però stavamo cominciando a riassaporare il gusto di una vita “normale”… e chi ha bambini piccoli mi capisce senza troppe parole! Comunque la piccola arrivò senza darci l’imcombenza della decisione! E fu una gioia!
Ed eccomi lì bella bella (è un modo di dire) nella mia casetta, coi miei stupendi koala e un adorabile papàbarba! Ero felice? Mmmmm.
La sensazione che mi ha pervaso a lungo tempo è stata di stanchezza (fisica ma soprattutto mentale) e ancora, in sottofondo, la mia insoddisfazione, la tipica sensazione di essere la persona sbagliata-nel posto sbagliato-al momento sbagliato.
Ci sono stati momenti in cui, appena potevo, mollavo i bimbi alla suocera, al marito, alla zia! (forse sei anni di “congedo maternità” metterebbero alla prova chiunque!)

Quando lessi il libro “In un milione di piccoli pezzi” mi ci ritrovai tutta (anche se parlava di tutt’altra cosa). Sentivo forte la necessità di ritrovarmi, o meglio, di ricostruirmi.
Poi mi capitò tra le mani il libro “Ero una brava mamma prima di avere figli” (questo titolo mi calzava a pennello) grazie al quale scoprii il mondo delle mamme blogger!
Una delle prime è stata Ondaluna. La piccola Me aveva 4 mesi quando la sua Brioscina stava per nascere. Ho cominciato a leggere il suo Diario, non riuscendo a condividerlo pienamente  perché le mie gravidanze erano state cercate, felici, godute in piena salute. Eppure non riuscivo a scostarmene.
Io non avevo vissuto i suoi dubbi, le sue domande, i suoi altalenanti stati d’animo. Della mie gravidanze ricordavo solo un gran sonno, un po’ di nausea in auto, l’enorme pancia, la fatica degli ultimi mesi per fare qualsiasi cosa e qualche pianto che avevo imputato ad altro!    
Quando un anno dopo, la stessa Ondaluna, chiamò a raccolta le mamme, per una ricerca che stava svolgendo, mi buttai a capofitto nell’impresa e cominciai a … ricordare, piangere, scrivere, pensare e piangere!
Non era stato per niente facile affrontare la prima maternità; avevo accusato gli altri di aver troppo interferito nella mia vita. Ma non ero io la causa prima di quelle interferenze?  Perché non ero riuscita a reagire, con decisione e fierezza a tutto questo? Io dov’ero? Dove s’era nascosto, se c’era stato, il mio percorso del divenire madre? Quando mi ero trasformata da crisalide a farfalla? Ma era successo?
Nel frattempo, anche grazie ai  blog delle mamme, ho avuto la consapevolezza di essere in buona compagnia. Altre mamme avevano vissuto il mio “stordimento” nonostante fossero più forti e decise di me, ma soprattutto, tramite i loro racconti, ero riuscita a riconoscere, ripercorrere, decifrare, dare un nome alle sensazioni che avevo vissuto.
Ecco, dunque, perché mi sento una mamma in canone inverso.
Il mio percorso è un andare avanti e tornare indietro.
Andare avanti nell’esperienza di mamma e tornare indietro alla scoperta delle emozioni vissute, perché forse, viste da un'altra angolazione, assumono un significato diverso, vengono elaborate, trovano una ragione d’essere, non sono solo rimorso.
Così mi ritrovo ad essere, ancora una volta, una donna in fuga; non dai miei figli, sia ben inteso.
Sono in fuga da una me stessa… che somiglia troppo ad una madre (la mia) che amo poco (o che ha tradito il mio grande amore?) e che ritengo, in parte, colpevole di non avermi insegnato ad essere donna, prima di madre… e in fuga da un'altra me stessa, ideale, che sono sicura non poter diventare!
Nel mio canone inverso, sto cercando di trovare la mia giusta dimensione!
E, se mi avete seguito fino a qui,
          Vi prego di dedicare ancora 3 minuti del vostro tempo per ascoltare questo!



Questo post partecipa al giveaway di MammaMoglieDonna
Anche se non è stato pensato appositamente a tale scopo, ha trovato la migliore occasione, dopo una lunga gestazione, per “venire al mondo”.

(e questo è il peggior modo per ingraziarsi una mamma blogger! Non vincerò mai il premio! :P)

giovedì 24 marzo 2011

M’ama, non m’ama…

Ieri sera…o peggio…questa notte ho proprio esagerato!
Sono rimasta attaccata a "questo coso" fino alle (mi vergogno a dirlo) 3.45.
Anche quando andavo a ballare, facevo le ore piccole e spesso andavo a lavorare la mattina seguente.
Ma ero giovane, recuperavo in fretta ed ero single.
Anche quando avevo figli neonati, trascorrevo le ore piccole a camminare avanti e indietro per casa, con loro in braccio, nervosi e lamentosi perché non riuscivano a dormire, magari per il fastidioso arrivo dei denti. Ma c'era un perchè. Non potendo parlare, non me lo hanno mai confessato.
Quando mi sono silenziosamente infilata sotto le coperte, papàbarba ha sentenziato, dal luogo remoto in cui si trovava, “sono le quattro!”, ho risposto “manca un quarto… ma è l’ultima volta!” *
Non che io debba giustificarmi con lui. Sono libera di fare ciò che voglio. Siamo liberi di fare ciò che vogliamo nei limiti del ragionevolmente lecito. Il problema è che alla mattina sono in catalessi, non connetto (giusto per restare in tema) e divendo nervosa coi koala, anche per cose da poco.
E questo non è giusto!

Questa mattina però, papàbarba non mi ha svegliata.
Con uno stratagemma ha convinto Aisha a farsi accompagnare a scuola (lei mi “pretende” quasi sempre!) e mi hanno lasciato dormire!!!!
Fino alle 8.30 (quando è arrivata una telefonata) e ci siamo alzate (Me compresa) per svegliare Ben5.

Ma dico io, questo è o non è VERO AMORE?

* qui ci sta tutta un’autoanalisi che rinvio a post futuro per evitare di fare ancora le 5 del mattino!

mercoledì 23 marzo 2011

Scusate il ritardo!

@nina: rispondo solo ora  al tuo commento su "ombrelli" (il "primissimo" commento su questo blog) perchè quando l’ho letto  sono rimasta sorpresa e stordita... non sapendo cosa dire!
Si, lo so, bastava un “grazie a te e alla tua cartolina, per avermi riportato alla mente questo lontano e dolce ricordo!"
Te lo scrivo adesso... (meglio tardi che mai)… GRAZIE!

@ SuSter, Mikela, SeAvessi, 6Cuori e Trismamma ripeto più o meno la stessa cosa!

Sono stata una pessima padrona di casa non dandovi neppure un veloce benvenuto!

Ma nello stupore e nel poco tempo a disposizione, la priorità è stata un'altra:
correre nei vostri blog per scoprire chi fossero quelle "matte" che avevano deciso di seguirmi.

Così ...
mi sono persa nel favoloso mondo di SuSter, nella conoscenza della sua numerosa famiglia e della mitica Master;  
mi sono riconosciuta nella lettura per la-decima-volta-in-un-giorno della favola dei tre porcellini con bambini che non vanno mai a letto per poi sentirli nel solito ritornello del mattino “ma io ho troppo sonno!”;  
ho riso per l’Infanta col papà pussone che “si vende” per una pissa e ripaga l'affettuosa mamma con un piatto di stelline in blodo;
ho rimandato a data da stabilire la lettura della cartolina di 6Cuori perché troppo lunga per i miei tempi, chiedendomi “ma come si fa con 4?” (io con tre… lasciamo perdere) non mancando di invidiarla perché, se non ha bleffato nella foto, è pure una gran bella ragazza;
per trovarmi, alla fine del mio viaggio, a guardare il futuro nella palla di cristallo di Trismamma, con figli trasformatisi per l’occasione in JerryScottex (come lo chiamano i miei!).

Quindi,
             per farmi perdonare,
                                                 vi dò il mio ufficiale BENVENUTO nel blog!

Tanto so che non ve ne andrete facilmente!!! Come faccio a saperlo? 
Mi sono messa per sbaglio tra i miei follower e non riesco più ad uscirne… aiuto...!!!
Ma come diavolo si fa??????????????????????

martedì 22 marzo 2011

E' primavera




Tutte le finestre sono aperte, aria nuova sta entrando, nelle stanze, nella pelle, nella testa!
"Forza e coraggio" che il lavoro da fare è tanto...
e non sto parlando solo di faccende domestiche!

primo obbiettivo: spegnere il computer (la mia nuova droga)

Buona rinascita a me, e a chiunque senta il bisogno di quest'augurio.

domenica 20 marzo 2011

2 anni

Tu,
Che hai fregato sul tempo la tua dubbiosa mamma e hai deciso di venire al mondo
Che nella pancia sei stata Giulia, Sofia, Chiara, Giorgia, Azzurra, Stella, Alice, Elena, Anna, Beatrice, Bianca, Ilenia, Elisa, Ilaria, Febe, Isabella, Viola, Eva, Luna, Maria
ma quando sei nata, hai fatto felice tua sorella, scegliendo il suo nome preferito
Che non sei nata alla festa del papà, perché volevi una festa tutta tua
Che nelle prime settimane mi hai regalato l’illusione di avere una bambina “mangia e dorme”
Che mi sembra ieri che portavi a spasso lo sgbello
Che ti diverti un mondo a far caciara con tuo fratello
Che se dormi nel lettone, ci stai addosso, perché sai che siamo freddolosi
Che quando dormi con noi, ci tieni per i capelli, così non scivoliamo giù
Che quando metto a posto una cosa, ne tiri fuori due, per evitare che mi annoi
Che se travasi la minestra, è per far vedere a papà che stai facendo il “montessori”
Che se la sera stai alzata fino a tardi, è per farci compagnia,
altrimenti chissà che combiniamo noi due da soli
Che la mattina, invece di dormire un po’, ti svegli per salutare tua sorella che va a scuola
Che al pomeriggio, mi hai dato il vizio di fare il sonnellino insieme a te
Che ti piace tanto andare in giro, così vinco la mia eterna pigrizia
Che sai dire poche parole ma hai il senso dell’umorismo
Insomma, cosa farei se non ci fossi tu?
E se è vero che la vita ricomincia a quarant’anni…
Tanti Auguri a te, Amore, e a me, per i nostri due anni!

e già che ci siamo: auguri anche a papàbarba per ieri!

mercoledì 16 marzo 2011

Succede...

Succede che Ben5, nonostante sia mezzano, a volte pianga ancora quando lo lascio all’asilo. Succede che con papà abbiamo stabilito un rituale per rendere più piacevole questo momento della mattina e così o si “frega” il semaforo (passando dalla vietta) o si combatte contro i coccodrilli (le strisce pedonali) e new entry si entra in classe e si salutano insieme gli amici di Ben (cosa che prima non voleva fare). Un bacio e via… se passano due minuti te lo ritrovi attaccato alle caviglie!
Succede che Ben5 stamattina ha un sorriso più deciso del solito perché Luca lo ha invitato alla sua festa di compleanno (io sono meno contenta, ma questo è un altro post). Succede che siamo all’ultima fase del rituale quando Bimbobello, il SUO amico, quello che alle quattro lo strattona di qua e là e lo sbaciucchia tutto e ci metto mezz’ora per tornare a casa, gli dice chiaro chiaro “io non sono tuo amico!” per ben due volte! (e non è una novità di oggi!)
Succede che trimamma si abbassa, lo guarda dritto negli occhi e sussurra “ok, Bimbobello allora ridammi quel giochino che tieni in mano, che è quello che Ben, che non è più tuo amico, ti ha regalato per il tuo compleanno! E tu, caro Ben, la prossima volta che Bimbobello ti chiede di giocare con lui, rispondigli pure che non è più tuo amico!”
Succede che questo è quello che VORREBBE dire trimamma, al quale hanno appena trasformato il supersorriso del figlio in una piva lunga fino al pavimento.
Trimamma invece, che cerca di essere una persona gentile, va a casa (muta e incavolata) e riflette!
Pensa che queste sono cose da bambini, che è giusto che succedano, che l’asilo come la scuola sono palestre di vita ma si domanda anche se è giusto insegnare sempre a perdonare e porgere l’altra guancia o se qualche volta si può suggerire di rendere pan per focaccia.
E’ giusto dare loro qualche strumento per difendersi (e quali strumenti?)  o è meglio che imparino da soli ad arrangiarsi anche a rischio di subire? Trimamma purtroppo ha imparato che tante volte nella vita, sono gli arroganti e i menefreghisti ad andare avanti. Ha provato sulla sua pelle quanto sia dolorosa e invalidante la timidezza. Ma forse questo non c’entra!
Ripensandoci bene a lei piace che Ben5 e Aisha siano gentili piuttosto che prevaricatori, timidi piuttosto che insolenti, che imparino a  conoscere il valore dell’amicizia, che riescano da soli a superare le frustrazioni che derivano dagli altri!
Quanto è dura però!

ps: un ringraziamento speciale alla piccola Me cha mi ha permesso di scrivere di getto questo post mentre lei è si è dedicata a buttare in giro le matite colorate, raccoglierle (raccoglierle? ecco perchè diluvia!) disseminare le carte figurate, giocare coi cubetti e con la palla! Si merita un bacione!

Prima o poi le faccio male!

Il titolo originale era “prima o poi l’ammazzo” ma vorrei evitare i carabinieri sotto casa.

Sto parlando della piccola Me.

Ma non di quelle notti infinite in cui piange e non c’è motivo per piangere e si lamenta e non vuole dormire e hai quel sonno arretrato da mesi che la butteresti dal balcone e non lo fai solo perché il balcone non ce l’hai. NO! Per fortuna questo periodo è passato! (corna)
Neanche di quei giorni che è noiosa e sembra proprio che abbia sonno e per addormentarla ci impieghi due ore e dopo un quarto d’ora di nanna è già sveglia e pimpante mentre tu sei distrutta e non sei neanche riuscita ad andare in bagno! No! Anche questo periodo non tornerà più! (sempre corna)

Sto parlando di quelle volte che la lascio intenta a sfogliare un libro, oppure a disegnare omini rotondi su fogli o lavagnette, o ancora a tirare fuori tutti i libri dai ripiani bassi della libreria. Sto parlando di quei bei momenti in cui è tranquilla ed autonoma, non è noiosa e non si attacca ai pantaloni per salirmi in braccio.
Di solito ne approfitto per fare qualcosa.
L’altro giorno ho deciso di lavare i panni. Il tempo di dividere i colori, mi abbasso per aprire l’oblò e …PUM, lei dietro, col sedere a terra! Mi abbasso per sistemare le lenzuola e … pum. Prendo una pentola dal cassetto sotto … pum. Raccolgo qualche cosa da terra … pum!
Perché lei fa cosi! Arriva sorniona, a piedi nudi (che c’ha sto vizio) e si piazza lì, alle mie spalle, e dato i suoi 82 cm di altezza, corrisponde esattamente all'altezza del mio c*…  sedere.
Finora è andata bene, nessun TOC di testa, e gli atterraggi in seduta libera sono stati ammortizzati dal patello!
Anche a papàbarba e nonnachioccia è successa la stessa cosa. Pestata di piedi o atterraggio maldestro. Non sono io che sono distratta… ce lo fai apposta!
Le ho parlato: “Amore, non metterti dietro alla mamma, o almeno fatti sentire!” “PE?” “perché la mamma non ti vede e ti schiaccia!” “AH”.
Avrà capito?
Per fortuna in questi giorni ha il raffreddore, ha il nasino chiuso e respira con la bocca aperta. Quando sento ansimare so che sta arrivando…devo ricordarmi di non guardare film dell’orrore!

* Culo, culetto, culotto, culino, culatello sono parole impronunciabili da quando i koala hanno cominciato a frequentare l’asilo! Le maestre considerano quel termine (i bambini anche i suoi derivati) una parolaccia e se per caso mi scappa al volo un “c…” parte la  famosa canzoncina/tormentone “glielo vado a dire, per la mamma, che ha detto una parolaccia!” L

lunedì 14 marzo 2011

Bigodini di lana

Ore nove e un quarto circa.
Ben5  “papà non puoi bere il caffè, se no non riesco a dormire!”
Trimamma rivolta a Papàbarba “ma perché allatti ancora?”
Papàbarba  “ ? ? ? ” … dopo una certa ora non capisce le mie battute!
(traduzione: papà non andare in cucina a bere il caffè perché senza la tua mano non riesco ad addormentarmi!!!)
 = § =  §  =  § =  §  =

Se è vero che ogni promessa è un debito… per i bambini ogni promessa è un obbligo!
Così quando mi sono sentita dire ad Aisha che sabato -se ci fosse stato tempo- le avrei fatto i boccoli da principessa per il Carnevale… me ne stavo già pentendo!
Si, perché da sabato (che il tempo non è stato trovato) non so quante volte mi sono sentita chiedere “mamma, posso dirti una cosa?” “dimmi Amore” “Quando mi fai i boccoli?” “…”.
Così in questo pomeriggio noioso di questa domenica piovosa, ho preso la palla al balzo e le ho proposto di fare questi benedetti boccoli!
Che poi si dà spesso per scontato che i bambini sappiano di cosa stiamo parlando. In questo caso Aisha non immaginava che avrei dovuto; prendere i bigodini, inumidirle i capelli, arrotolarglieli, farli asciugare possibilmente “nature” e che tutto ciò avrebbe comportato un bel po’ di tempo.
In questo caso il gioco valeva la candela ed ha accettato il tutto di buon grado!
E’ stato mentre trafficavo con la vecchia scatola di cartone (che Wonder chiamerebbe "vintage") che incuriosita mi ha chiesto “cosa sono questi?”.
“questi sono i bigodini di lana che mi ero fatta per farmi i boccoli”    “quanto tempo fa?”   
“venti anni fa”… ho risposto a caso, stizzita, per farla stare ferma, che già stavo facendo fatica…
20… d’un tratto quel numero sparato alto come per dire “nel medioevo” si è fatto avanti pretendendo il giusto riconoscimento.
Quel 20 è reale. Sono almeno venti anni che non uso le mie pezzette di lana per farmi i boccoli!
VENTI ANNI! Mica noccioline… mi sembra ieri.
A volte ho l’impressione che il tempo sia letteralmente volato, devo fermarmi, pensare, ricordare, riordinare (anche qui!). Negli ultimi dieci anni mi sono sposata e ho avuto Aisha, Ben5, Me. Gravidanze, allattamenti, notti in bianco, giornate interminabili, asili, scuola. Ce li ho sotto gli occhi questi nani…pardon anni.
E prima? Ho lavorato, mi sono divertita, ho pianto, ho ballato, mi sono disperata, ho viaggiato (pochissimo), ho conosciuto gente... ne ho persa di vista… ne ho ritrovata. 
Eppure tutto questo mi sembra un flash. Mi sento ancora quella ragazzina adolescente che si faceva i boccoli coi bigodini di lana e che aspettava che la vita prima o poi arrivasse.
“la vita è adesso” mi ripetevo cantando, ma è una lezione che non ho mai imparato abbastanza e ancora oggi sono qui col bisogno di spalmarla su un pezzo di carta, per avere l’illusione di rubarne un pezzetto e tenermelo da parte, per dire che c’è stata, che è stata vissuta e che io c’ero!

Ps: Aisha coi ricci è bellissima sta molto bene (vero che “ogni scarrafone è bello a mamma soia” ma questo, coi denti vacanti, non è il suo momento migliore). Mi sono ricordata dei boccoli veri che aveva da piccola, quelli che accarezzavo continuamente, sapendo che prima o poi se ne sarebbero andati.

sabato 12 marzo 2011

ombrelli


si, ci sono
sono gli ombrelli della spiaggia,
la spiaggia di notte...li riconosco!
io li ho visti, li ho vissuti, con allegria e trepidazione.
più in là fuochi, chitarre, canzoni,
e bagni di mezzanotte 
quando sembra che anche la luna 
abbia voglia di pucciarci i piedi
in questo mare innamorato,
e ancora urli e schiamazzi e
"silenzio che arriva il guardiano"
e poi ci si va a giocare tra quegli ombrelli chiusi
nascondendosi, rincorrendosi, cadendosi addosso
prendendosi per mano,
quasi casualmente
perchè a quest'età
è l'unico modo che conosci
per trovare il coraggio di toccarlo
perdendoti nelle sue braccia
troppo strette perchè insicure
e batticuore
e poi quel bacio,
che neanche sai... perchè si, te l'hanno spiegato, però...
è il primo, imbarazzante, umido, tremante, bacio.
e loro c'erano, ombrelli chiusi con gli occhi aperti,
testimoni seri delle mie prime emozioni.


questo post partecipa al contest di "Io e Nina" L'amore non deve essere un segreto.
c'è una prima volta per tutte le cose, questo è il mio primo contest.


venerdì 11 marzo 2011

La festa non festa

Un otto marzo felice ma triste.

Felice perché dopo diversi mesi la mia amica ed io siamo riuscite a incontrarci.
Felice perché abbiamo fissato l’incontro dalla parrucchiera così uniamo l’utile al dilettevole.
Felice perché Papàbarba si è preoccupato di farci trovare la cena pronta al rientro.
Felice perché i koala e G, la figlia della mia amica, riescono ad essere complici, anche se si vedono raramente.
Felice perché spedito Papàbarba alla sua riunione e invitati i bambini a giocare in cameretta, siamo riuscite a parlare…da sole, come quasi mai era successo.
La sua situazione è sempre la stessa, o forse va peggiorando.
La mia amica si ritrova a dover crescere la sua dolcissima bimba da sola, invasa dai sensi di colpa, aiutata ma continuamente giudicata da genitori disonorati dalla presenza ingombrante di questa ragazzamadre, oppressa dall’ombra di un uomo che finge di essere un padre, un compagno, un uomo.
Lei invidia dichiaratamente il mio Papàbarba. Io le invidio la forza d’animo. Una forza che, però, non riesce a sconfiggere la paura che ha, di lui. Così rinuncia anche al solo pensiero di rifarsi una vita “E se capisce che esco con qualcuno?…E se me la porta via?… È imprevedibile!… E poi G. lo venera” (come tutti i bambini anelano alle cose che non hanno). La domenica escono in tre, perché G. chiede di lui e a lei sembra giusto non farle mancare questa controfigura di padre. Le sembra sbagliato invece chiedergli soldi per il mantenimento, o peggio, ha il terrore che dopo lui pretenda di vedere G. da solo. Lui “non ci arriva” a contribuire, come non c’arrivava a capire di tirare giù il passeggino dalla macchina ed aprirlo, quando G. era ancora piccola e lei la teneva in braccio. Ma d’altronde, a volte, si fa anche pagare il gelato! In più c’è questa cosa chimica che ogni tanto succede perché “sai, anch’io sono fatta di carne!”. Non giudico, ma non capisco, io che per far succedere qualcosa di chimico, devo stimare una persona nel profondo. Ed altro, altro ancora.
Infine i saluti, i baci, la promessa di rivederci presto e ancora baci. Perfino G. riesce a baciare Ben5 senza che lui si strofini la manica sulla guancia e questo ha dell’incredibile.
Qualche minuto più tardi, nel silenzio della casa, nel mio vagabondare qui, trovo questo.
Ripenso alla mia amica “schiava”, sono triste per la sua situazione, vorrei aiutarla ma non so cosa posso fare.
Sono triste, ma vado a letto felice, per averla incontrata, per averle parlato, per averla ascoltata, per averle intravisto negli occhi la speranza che un’altra possibilità ci deve essere.

mercoledì 9 marzo 2011

Onora una donna

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http://ildiariodiondaluna.blogspot.com/2011/03/otto-marzo-non-e-una-festa.html#comments

LA LA LU

Mezzanotte, o comunque manca poco
Ben5 e Aisha dormono da una pezzo...
Me è crollata adesso ...
dopo la ninna nanna cantata insieme ...(quella di Lilly e il Vagabondo)

la la "JU"  la la "JU"
o mio dolce tesoro  "NO" ...  pulcino?  "SCI"
splendon le stelle lassù 
(si alza, indica gli adesivi fosforescenti appiccicati all'armadio) "GLII"
si, amore, le stelle
la la  "JU"  la la  "JU"
ma per me mio teso"JO"  la mia stellina sei tu  "TIU" (indicandomi)
la la  "JU"  la la  "JU"
dormi adesso piccino "NO" ... pulcino? "SCI" ancora? "SCI"
e vegli il ciel su di "TEEEEE"
la la  "JU"  la la "JU" e sui tuoi sogni "DOJO"
la la lu, la la lu, la la "JU"

Allunga il braccio per attaccarsi ai miei capelli, ma con voce dolce e ferma che difficilmente ho, le dico che la parrucchiera li ha tagliati e che davanti c'è la lacca e non si può...
Ci ritenta, mi allontano, complice la stanchezza si mette giù e abbraccia l'orsetto azzurro!
Stasera è andata bene, domani si vedrà!

"buona notte amore, fai la nanna adesso, lo sai che tu sei il mio tesoro?"
"GNO"
"e allora chi sei?"
"PAPA'"

sorrido all'idea che mio padre possa essersi reincarnato in questa piccola creatura e si stia prendendo gioco di me... nonostante sia quasi mezzanotte e lei sia ancora sveglia, questa sera sorrido perchè ho avuto una giornata felice!
.

official stick family

                                                           CARINI VERO ? - - - - - - - >>



    fonti più accreditate ci disegnano così ...

ps: papàbarba ha in mano mestolo e padella (è il cuoco ufficiale)
ps: la piccola Me ha l'hobby di togliersi qualsiasi cosa io cerchi di infilarle ai piedi!

martedì 8 marzo 2011

Pensieri di una notte in pieno inverno…

Interno notte, cuscini, lenzula, fruscio di un piumino che non trova pace:

Mama:                                                   … allora?
Mamma posso dirti una cosa?:  … allora che?
Mama:                                                   … la facciamo ‘sta cosa?
M.p.d.u.c.:                          (sospiro)
………………………………
Maaammmaaaaa:        io eviterei!
Mama:                        tu eviteresti ogni cosa!
M.p.d.u.c.?:       dobbiamo pensarci bene!
Mama:                        le cose migliori vengono d’istinto.
Maaammmaaaaa:        si, anche i guai più grossi.
M.p.d.u.c.?:       avete ragione entrambe…
Mama:                        uff, quante menate!
Maaammmaaaaa:        possiamo benissimo farne a meno!
………………………………
Mama:                        non mi piace quella parola “anonimo”… ci rende –come dire- anonime!
Maaammmaaaaa:        beh, è quello che siamo!!! Ne più ne meno.
M.p.d.u.c.?:       il fatto è che volevamo solo una B…
Mama:                        non sapevamo che quella B volesse dire BLOG!!!!
Maaammmaaaaa:        appunto. Vedete quanto siamo ignoranti???
M.p.d.u.c.?:       in effetti, non ci capiamo granché.
Mama:                        si può sempre imparare!
………………………………
M.p.d.u.c.?:       potremmo farlo senza renderlo pubblico, credo sia possibile.
Mama:                        tanto vale restare… anonimi!
Maaammmaaaaa:        vuoi metterti in mostra? Non ci leggerebbe nessuno.
Mama:                        e tu che ne sai?
Maaammmaaaaa:        quantomeno Lo spererei!
M.p.d.u.c.?:       …non saprei…
………………………………
Mama:                        Lo useremmo come diario…    
M.p.d.u.c.?:       …hai visto quanti ce ne sono? Uno più bello dell’altro…
Maaammmaaaaa:       limitiamoci a curiosare in quelli!
Mama:                        …un bel diario dove annotare i progressi dei koala…
M.p.d.u.c.?:       abbiamo il quadernetto che ci ha regalato papàbarba
Mama:                        dove non riusciamo mai a scrivere!
Maaammmaaaaa:        siamo sempre così stanche!
Mama:                        non è solo quello e lo sai bene…
M.p.d.u.c.?:       ho dei rimorsi per quelle…pagine in bianco!
Mama:                        la pausa caffè sarebbe diversa… veloce, pratica … e ci piace!
………………………………
M.p.d.u.c.?:       e con il resto, come la mettiamo?
Maaammmaaaaa:        la casa, i conti di papàbarba, i koala… non basta mai il tempo.
Mama:                        ci possiamo organizzare!
Maaammmaaaaa:        è impossibile, siamo disordinate croniche.
Mama:                        dicono che tenere un diario sia terapeutico…
                                  potrebbe aiutarci con qualche nostro problema.
Maaammmaaaaa:        seeee, tipo?
M.p.d.u.c.?:       la dipendenza dalle “schifezze” di cioccolato!
Maaammmaaaaa:        invece di criticare potresti essere più presente nei miei momenti NO! 
Mama:                        solito scaricabarile?!                                                           
………………………………                                                                                     
M.p.d.u.c.?:       cosa ci scriviamo???
Mama:                        solo l’idea mi fà frullare la testa…
Maaammmaaaaa:        avremo il blocco dello scrittore al terzo giorno.
M.p.d.u.c.?:       “scrittore”… non usare parole grosse …
Mama:                        sarebbe solo il nostro piccolo-grande diario!
Maaammmaaaaa:        post “oggi finalmente sono riuscita a stirare!”…puà.

Trimamma         la volete piantare...tra 3 ore mi devo alzare
                               ho una famiglia da tirare avanti..... io !
                                            .................................

domenica 6 marzo 2011

parto

... in tutti i sensi ... quindi,


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- - LAVORI IN CORSO - -
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                              o come si usa adesso
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                                                       - -  WOMEN AT WORK - -
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ps: c'ho messo meno a partorire... giuro!
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