mercoledì 5 ottobre 2011

Manca l’alleggato G!

Sottotitolo: a regola d'arte

E’ di questa mattina l’ultima news del momento.
Vado all’Associazione per consegnare due documenti e l’impiegata della reception, gentilmente, mi spiega che manca l’alleggato G. Mi verrebbe da risponderle che ci ho impiegato anni per trovare il punto G, adesso ci si mette anche l’allegato omonimo?
Impietosita dalla mia faccia “di che cosa stai parlando?” mi spiega che è un documento che papàbarba non ha, essendo lui istallatore e quindi bisogna farselo rilasciare dal manutentore! Sfodero la bandiera bianca dell’ “ambasciator non porta pena” e rispondo il mio laconico “riferisco”, già immaginando la faccia del suddetto istallatore e le bestemmie che non oserà dire perché è una persona educata.
Documenti, carte, dichiarazioni, certificazioni, privacy (costi aggiuntivi).
E’ un discorso talmente lungo ed attorcigliato che so che metterà alla prova la mia capacità di esprimermi correttamente, senza troppi luoghi comuni.
Potrei riassumere con queste parole;
I professionisti che svolgono diligentemente ed in regola la loro professione, stanno soffocando sotto un mare di cartacce, la maggior parte delle quali, inutili!
Altri muoiono sotto le macerie. E non si troverà nessun documento valido a testimoniare la responsabilità reale di chi ha eventualmente sbagliato. Ma, anche se ci fosse, chi mai potrà “pagare” abbastanza per quelle vite ormai perse?

La televisione trasmette lo spot dell’uomo nero (l’evasore fiscale) parassita della società, e l’immagine rimanda subito al professionista che non emette fattura.
Nessuno ci vede il latore del lavoro che ti chiede “non farmi la fattura così risparmio”.
Nessuno ci vede la faccia della persona comune, quella che fa fatica ad arrivare alla fine del mese o quello che i soldi ce li ha ma “non voglio pagare l’IVA”.
Qualcuno a volte sceglie il pensionato che sa fare quel mestiere perché costa meno.
Mi fermo qui, perché come dicevo, è un discorso lungo e complicato.
E non sono qui per giudicare nessuno! Sia chiaro. Non sono certo io che scaglierò la prima pietra …
Non voglio lagnarmi. Solo sperare che il lavoro continui a girare e che i clienti siano sempre persone rispettabili perché, quando non lo sono, l’artigiano sa che ci perde meno, se “lascia perdere” (sono figlia e moglie di artigiano).
L’ho studiato in prima ragioneria, nel vocabolario IMPRESA è intrinseco il valore “rischio”.
Siamo tutti un po’ precari. Siamo tutti nella stessa barca.
Da quando la buona volontà e il buon senso sono andati a farsi fottere…
Lo so, sto cadendo nelle frasi fatte, nei luoghi comuni.

Ma anche questa è vita quotidiana. E’ vita che il papàbarba non riesce più a sostenere da solo.
Sono cose che lo distraggono dal lavoro vero, quello da fare bene, da svolgere a regola d’arte.
E’ un quotidiano a cui occorre dedicare tempo, concentrazione. Finora non sono riuscita a fare più di tanto. Ora è giunto il tempo di buttarmici a bomba.

… Anche per questo il blog va in pausa. Una pausa … di lavoro.
Scusatemi quindi se sarò latitante. Perdonatemi se vi commenterò poco o mai.
Sarò sempre qui a leggervi, per quel che mi è possibile, tra cartacce, figli, casa.
E stasera step!

Un abbraccio.

3 commenti:

  1. Anche il mio piccolo imprenditore accusa forte il colpo di cartacce, permessi, certificati, rinnovi... è un lavoro nel lavoro, che io detesto e che basterebbe a demotivare qualsiasi mia velleità di mettermi in proprio.
    Non soccombere sotto le carte però, e mi raccomando lo step!

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  2. PS. con tutti questi luoghi comuni te la batteresti alla pari con la mamma di Anna Giulia... ;D

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  3. In bocca al lupo! Sarebbe bello se lo stato invece di accanirsi contro i pesci piccoli (che hanno poco o nulla da nascondere) facesse il suo lavoro e ci rendesse la vita più semplice! Avverrà mai?

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