domenica 20 novembre 2011

Ecco che cosa hanno raccontato a Ilaria Pedra.

Introduzione di tri mamma
"Me lo sentivo che avrei combinato qualche casino ... coi miei adesso lo faccio, aspetta un minuto!
Mi sono dimenticata di dichiarare chiuso il toto-premio ed è arrivata, oltre il termine, la mail di Ilaria! Ora, io non ho coraggio di comunicarle che la sua preferenza è arrivata tardi ...

... e se le si scompigliassero i capelli?
E poi (mea culpa) non ho ancora ufficialmente comunicato a Nina (portapazienza!) la vostra scelta!
Quindi, per salvare contest e cavoli, prorogo i termini a domani 21 novembre ore 12:00.
Specifico che, nel qual caso non si arrivi ad una maggioranza (Ilaria ha ripareggiato le carte) terrò valida la vittoria della scarpetta rossa (come da scadenza naturale). "



Ma veniamo alle cose veramente importanti !
Ilaria mi scrive; "Ho parzialmente modificato un mio post di settembre
, quindi non mi pare il caso di ripubblicarlo e te lo mando via mail".


"Partecipo al contest cavoloso sulla nascita!" Ilaria Pedra

C'era una volta, nel 1968 in piena rivoluzione sessuale una partoriente al settimo mese di gravidanza, che sul più bello si sentì dire:


"aspetti che ce n'è un'altra!" L'ecografia non esisteva, il parto gemellare un simpatico imprevisto!

 
E il nome, vogliamo parlare del nome? Un nome per me non esisteva.

Mentre ricucivano la donna, tutto lo staff presente in sala parto proponeva quale nome darle.



 
Manco gliela fecero vedere la seconda, la portarono via subito, verso cure intensive, dicendole "tanto non sopravviverà." Pesava un chilo e mezzo che, a quei tempi, era davvero pochino.

La madre tornò poi a casa con la primogenita (la cui probabilità di vita era al 50%), mentre alla più piccina ne facevan di tutti i colori, tra cui una trasfusione di sangue infetto di epatite, tanto per gradire.

Fino alla notte di S. Valentino quando un'infermierà pensò di avvisare la madre che non ce l'aveva fatta.

Ma un'altra infermierà disse: "aspetta, c'è ancora un filo di speranza ..."

E poi fu vita, gracile prima, assolutamente allineata ai parametri "normali" in seguito, tanto che a vedere la fotografia con la prima candelina ti vien da chiederti come cavolo sia stato possibile tanta trasformazione: da ranocchietta a polpetta. Sì, certo è da comprendere: camminò dopo, parlò dopo, ma poi recuperò alla grandissima.


Questo è il racconto sulla mia nascita, che ho sentito innumerevoli volte.

Posso solo immaginare, non essendo io mamma a mia volta, che partorire con tanto anticipo abbia presupposto un minimo di corsa, tuttavia mia mamma non mi ha mai detto cosa stesse facendo quando le si ruppero le acque e/o le contrazioni arrivarono a 1000 al minuto. Vista l'epoca mi piace immaginarla davanti alla TV a guardarsi le Kessler e "da da un pa da da un pa"

Ah, i segnali premonitori, a saperli interpretare che gran cosa sarebbero!


* * * * *


Questo racconto partecipa al contest;



4 commenti:

  1. Letto sul blog di Ilaria mi aveva fatto commuovere.
    Stasera di nuovo.
    Buona serata!

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  2. Si! Fa davvero commuovere questo "inizio", tanto che mi fatto cambiare il titolo del post!
    Mi sembrava poco rispettoso nei confronti di quell'esile neonata che ha saputo risalire il filo di speranza.
    E, chenchè ne dica della sua autostima, nei segnali premonitori ci vedo una minuscola donna che, lottando fino alla fine, ha ottenuto ciò che voleva; vivere!

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  3. grazie ragazze, in effetti il contest sembrava fatto apposta per il mio vecchio post.
    SI ma non ti preoccupare per il sondaggio sulla scelta tra cocomero e scarpette, davvero, x i capelli no problem, con sta nebbia che c'è qua cosa vuoi che reggano? GRAZIE DAVVERO BACI

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  4. Esatto! Infatti ti ho pensata subito. Commovente, quanta strada che hai fatto, sei una gran donna! :D

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