Succede che Ben5, nonostante sia mezzano, a volte pianga ancora quando lo lascio all’asilo. Succede che con papà abbiamo stabilito un rituale per rendere più piacevole questo momento della mattina e così o si “frega” il semaforo (passando dalla vietta) o si combatte contro i coccodrilli (le strisce pedonali) e new entry si entra in classe e si salutano insieme gli amici di Ben (cosa che prima non voleva fare). Un bacio e via… se passano due minuti te lo ritrovi attaccato alle caviglie!
Succede che Ben5 stamattina ha un sorriso più deciso del solito perché Luca lo ha invitato alla sua festa di compleanno (io sono meno contenta, ma questo è un altro post). Succede che siamo all’ultima fase del rituale quando Bimbobello, il SUO amico, quello che alle quattro lo strattona di qua e là e lo sbaciucchia tutto e ci metto mezz’ora per tornare a casa, gli dice chiaro chiaro “io non sono tuo amico!” per ben due volte! (e non è una novità di oggi!)
Succede che trimamma si abbassa, lo guarda dritto negli occhi e sussurra “ok, Bimbobello allora ridammi quel giochino che tieni in mano, che è quello che Ben, che non è più tuo amico, ti ha regalato per il tuo compleanno! E tu, caro Ben, la prossima volta che Bimbobello ti chiede di giocare con lui, rispondigli pure che non è più tuo amico!”
Succede che questo è quello che VORREBBE dire trimamma, al quale hanno appena trasformato il supersorriso del figlio in una piva lunga fino al pavimento.
Trimamma invece, che cerca di essere una persona gentile, va a casa (muta e incavolata) e riflette!
Pensa che queste sono cose da bambini, che è giusto che succedano, che l’asilo come la scuola sono palestre di vita ma si domanda anche se è giusto insegnare sempre a perdonare e porgere l’altra guancia o se qualche volta si può suggerire di rendere pan per focaccia.
E’ giusto dare loro qualche strumento per difendersi (e quali strumenti?) o è meglio che imparino da soli ad arrangiarsi anche a rischio di subire? Trimamma purtroppo ha imparato che tante volte nella vita, sono gli arroganti e i menefreghisti ad andare avanti. Ha provato sulla sua pelle quanto sia dolorosa e invalidante la timidezza. Ma forse questo non c’entra!
Ripensandoci bene a lei piace che Ben5 e Aisha siano gentili piuttosto che prevaricatori, timidi piuttosto che insolenti, che imparino a conoscere il valore dell’amicizia, che riescano da soli a superare le frustrazioni che derivano dagli altri!
Quanto è dura però!
ps: un ringraziamento speciale alla piccola Me cha mi ha permesso di scrivere di getto questo post mentre lei è si è dedicata a buttare in giro le matite colorate, raccoglierle (raccoglierle? ecco perchè diluvia!) disseminare le carte figurate, giocare coi cubetti e con la palla! Si merita un bacione!
Ciao. Anch'io sono del parere che i figli in certe circostanze devono cavarsela un po' da soli... Ma quanto è difficile!
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