venerdì 14 settembre 2012

Il venerdì del libro - Il giorno della civetta

Ho un paio di abitudini, quando sono a casa di mia madre.
La casa che fino a poco più di dieci anni fa era anche mia, ma che fatico a riconoscere per averci vissuto male negli ultimi anni di permanenza e forse anche per alcuni lavori di ristrutturazione che l’hanno in parte modificata.

Dunque, le mie abitudini...
La prima è di fiondarmi verso l’antina della cucina anni settanta, laminata in fòrmica color arancio bruciato, per aprire la scatola di latta dove mia madre custodisce le tavolette di cioccolato, bianco e nero, presuddivise in quadretti.

La seconda è far scorrere lo sguardo sulla libreria, saltando le mastodontiche enciclopedie rosse e blu, alla ricerca di qualche libro abbandonato da noi, esuli figli di Eva, che mi solletichi la voglia di rubarlo per portarlo a casa, mia.

Settimana scorsa è capitato a “Il giorno della civetta” di Sciascia.
Sapevo di averlo letto o di averne avuto a che fare durante le scuole, probabilmente medie.
Ma non riuscivo a ricordare di cosa parlasse.
Solo a lettura inoltrata, quasi sul finire, la mia mente intorpidita ha cominciato a ripetersi quei “ma certo, ora ricordo” andando a risvegliare quel senso di rabbia e sconfitta che già avevo provato anni addietro.
                                   
                  
“Il popolo … il popolo cornuto era e cornuto resta: la differenza è che il fascismo appendeva una bandiera sola alle corna del popolo e la democrazia lascia che ognuno se l’appenda da sé, del colore che gli piace, alle proprie corna…”

"E sai chi se la passa a passeggiare sulle corna? Primo, tienilo bene a mente: i preti; secondo: i politici, e tanto più dicono di essere col popolo, tanto più gli calcano i piedi sulle corna; terzo: quelli come me e come te…”

“Incredibile è anche l’Italia: e bisogna andare in Sicilia per constatare quanto è incredibile l’Italia.
Forse tutta l’Italia va diventando Sicilia… a me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale; gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso il nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno … La linea della palma… Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato… E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l’Italia, ed è già oltre Roma…”

Con piacere e sconforto ho ritrovato le pagine di questo importante libro… Per essere del 1961 mi sembra fin troppo attuale!

Con questo post partecipo (a mio modo, per la prima e forse ultima volta) a:
Il venerdì del libro


7 commenti:

  1. Sai che lo faccio anch'io?!? Quando vado da mia madre mi porto sempre a casa qualche libro di mio padre.
    Libro attualissimo che fa venire i brividi.

    Scusa la latitanza. Voglio conoscerti pure io eh :-DDD

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  2. Bello, mi piace. Stamattina si intona con il filo dei miei pensieri...

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  3. attualissimo, anche se Sciscia faccio una gran fatica a leggerlo ti dico la verità.
    BACI Sandra frollini

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  4. Piacere di conoscerti! Mi iscrivo subito tra i tuoi lettori...

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  5. ciao, anche io batto la libreria di casa dei miei cosí.
    il libro non lo ricordo, ma posso capire lo sconforto

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  6. Eh, pure io recentemente sono stata dai miei e ho controllato cosa portarmi via. Ho ancora tantissimi libri lì. Purtroppo essendo lontani da dove sono io ora, non li ho ancora portati via tutti (e che sofferenza averli ancora là).
    Mi ha catapultato in prima o seconda liceo con questo tuo post. Ti ringrazio molto!

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  7. E' terribilmente vero in effetti :(
    Io amo tornare a casa dei miei genitori (dove purtroppo non si trova cioccolata però ;)) anche se hanno traslocato l'anno scorso, quindi non vivono più nella casa in cui sono cresciuta, l'atmosfera è sempre la stessa e mi sembra di tornare bambina

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