mercoledì 30 marzo 2011

Una mamma in...canone inverso

Un amico, tempo fa, tentò di spiegarmi cos’è, in musica, un canone inverso.
Cercherò di fare un esempio: bisogna prendere una parola che, letta al contrario, dia un’altra parola di senso compiuto: In Wikipendia ho trovato: ACETONE = ENOTECA.
Ora devo pronunciare ACETONE e trovare qualcuno che pronunci ENOTECA insieme a me, nello stesso istante! Cosa ne esce? ... un casino!?
Ecco, questa è la mia esperienza di mamma.
Diventare mamma era la mia “vocazione” da una vita. Quando giocavo alle Barbie, le facevo sposare e subito diventavano mamme! Mai un sogno diverso, un'ambizione, una Barbie in carriera! Se è vero che i bambini imparano la vita giocando… questo è quello che ho imparato io.
Diventata grande le cose sono cambiate, di poco.
Ho conseguito la maturità, sono andata a lavorare, mi sono anche divertita, ma il chiodo fisso era quello! Trovare il mio principe azzurro e creare la mia famiglia!
Ho impiegato qualche anno (tanti) a trovare quello giusto (giusto?) anche se questa -col senno di poi- la ritengo una fortuna! Comunque il progetto comune c’era: metter su famiglia!
Ho cambiato paese, vita, lavoro, ben contenta di farlo perché lasciavo tante cose di cui ero poco soddisfatta…questa sarebbe stata la mia nuova vita!
Dopo due anni di rodaggio, abbiamo cominciato a cercare sotto i cavoli i nostri bambini. Due li abbiamo trovati senza troppa fatica, la terza è venuta a cercarci, lei! Non che non avessimo più voglia di cercare; il desiderio era davvero tanto, però stavamo cominciando a riassaporare il gusto di una vita “normale”… e chi ha bambini piccoli mi capisce senza troppe parole! Comunque la piccola arrivò senza darci l’imcombenza della decisione! E fu una gioia!
Ed eccomi lì bella bella (è un modo di dire) nella mia casetta, coi miei stupendi koala e un adorabile papàbarba! Ero felice? Mmmmm.
La sensazione che mi ha pervaso a lungo tempo è stata di stanchezza (fisica ma soprattutto mentale) e ancora, in sottofondo, la mia insoddisfazione, la tipica sensazione di essere la persona sbagliata-nel posto sbagliato-al momento sbagliato.
Ci sono stati momenti in cui, appena potevo, mollavo i bimbi alla suocera, al marito, alla zia! (forse sei anni di “congedo maternità” metterebbero alla prova chiunque!)

Quando lessi il libro “In un milione di piccoli pezzi” mi ci ritrovai tutta (anche se parlava di tutt’altra cosa). Sentivo forte la necessità di ritrovarmi, o meglio, di ricostruirmi.
Poi mi capitò tra le mani il libro “Ero una brava mamma prima di avere figli” (questo titolo mi calzava a pennello) grazie al quale scoprii il mondo delle mamme blogger!
Una delle prime è stata Ondaluna. La piccola Me aveva 4 mesi quando la sua Brioscina stava per nascere. Ho cominciato a leggere il suo Diario, non riuscendo a condividerlo pienamente  perché le mie gravidanze erano state cercate, felici, godute in piena salute. Eppure non riuscivo a scostarmene.
Io non avevo vissuto i suoi dubbi, le sue domande, i suoi altalenanti stati d’animo. Della mie gravidanze ricordavo solo un gran sonno, un po’ di nausea in auto, l’enorme pancia, la fatica degli ultimi mesi per fare qualsiasi cosa e qualche pianto che avevo imputato ad altro!    
Quando un anno dopo, la stessa Ondaluna, chiamò a raccolta le mamme, per una ricerca che stava svolgendo, mi buttai a capofitto nell’impresa e cominciai a … ricordare, piangere, scrivere, pensare e piangere!
Non era stato per niente facile affrontare la prima maternità; avevo accusato gli altri di aver troppo interferito nella mia vita. Ma non ero io la causa prima di quelle interferenze?  Perché non ero riuscita a reagire, con decisione e fierezza a tutto questo? Io dov’ero? Dove s’era nascosto, se c’era stato, il mio percorso del divenire madre? Quando mi ero trasformata da crisalide a farfalla? Ma era successo?
Nel frattempo, anche grazie ai  blog delle mamme, ho avuto la consapevolezza di essere in buona compagnia. Altre mamme avevano vissuto il mio “stordimento” nonostante fossero più forti e decise di me, ma soprattutto, tramite i loro racconti, ero riuscita a riconoscere, ripercorrere, decifrare, dare un nome alle sensazioni che avevo vissuto.
Ecco, dunque, perché mi sento una mamma in canone inverso.
Il mio percorso è un andare avanti e tornare indietro.
Andare avanti nell’esperienza di mamma e tornare indietro alla scoperta delle emozioni vissute, perché forse, viste da un'altra angolazione, assumono un significato diverso, vengono elaborate, trovano una ragione d’essere, non sono solo rimorso.
Così mi ritrovo ad essere, ancora una volta, una donna in fuga; non dai miei figli, sia ben inteso.
Sono in fuga da una me stessa… che somiglia troppo ad una madre (la mia) che amo poco (o che ha tradito il mio grande amore?) e che ritengo, in parte, colpevole di non avermi insegnato ad essere donna, prima di madre… e in fuga da un'altra me stessa, ideale, che sono sicura non poter diventare!
Nel mio canone inverso, sto cercando di trovare la mia giusta dimensione!
E, se mi avete seguito fino a qui,
          Vi prego di dedicare ancora 3 minuti del vostro tempo per ascoltare questo!



Questo post partecipa al giveaway di MammaMoglieDonna
Anche se non è stato pensato appositamente a tale scopo, ha trovato la migliore occasione, dopo una lunga gestazione, per “venire al mondo”.

(e questo è il peggior modo per ingraziarsi una mamma blogger! Non vincerò mai il premio! :P)

11 commenti:

  1. Sono molto emozionata nel leggere queste parole.
    Il senso di condividere un'esperienza (nel mio caso un'esperienza difficile) è proprio questo: sperare che sia utile.
    Può essere utile a molte cose, come racconti tu.
    Può essere un inizio (mi colpisce molto che nonostante la diversità non riuscivi a staccarti dal mio racconto).
    Ricordo bene le tua mail per la ricerca, e quanto mi sono piaciuti i racconti che mi hai donato: mi piace pensare che in qualche modo eri "pronta" a "tirare fuori delle cose" che non ti eri ancora detta.
    Cosa c'è di meglio che dirle a qualcuno che ha voglia di ascoltarti?
    Sai, ognuna di noi è diversa, non tutte si fermano come me (per fortuna!!) su alcuni aspetti delle cose, e ogni esperienza ha un contesto di vita che è diverso; il mio non era facilissimo. A volte le cose capitano in un momento in cui non le avresti pensate, immaginate, eppure accadono.
    Quello che è bello però è ritrovarsi a camminare insieme, condividendo la fatica.
    Sono felice di non essere stata fraintesa: poter dire "è difficile" non significa che non amo mia figlia. Chissà quante lo hanno pensato, e sono fuggite dalla mie pagine! Molte sono rimaste, ed io sono felice che abbiano capito.
    Grazie per essere rimasta.

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  2. Come sei stata brava a leggerti dentro e a raccontarti con tanta sincerità! E' bellissimo questo giveaway... Ora vado ad ascoltare... Ciao, buona giornata!

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  3. Grazie per il tuo post.
    Spero tu possa trovare la tua dimensione...

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  4. @Ondaluna: Grazie a te, per le cose che sei riuscita a farmi tirar fuori e far crescere dentro. Non ho mai avuto dubbi del tuo Amore per tua figlia, ne del mio per i koala. Solo qualche rimpianto per non averlo saputo gestire da subito... forse per quanto era immenso.

    @6cuori: ti "conosco" da pochissimo ma credo tu sia molto simile a quella mamma "ideale" che ronza nella mia testa. Aspetto di leggere il tuo giveaway, ma sono quasi certa che mi piacerà tanto!

    @MammaMoglieDonna: grazie. La sto già trovando, giorno per giorno, con l'aiuto dei miei figli!

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  5. E' bellissimo questo tuo post! e mi piace tanto il titolo del blog, mammainpausacaffè, anche per me la pausa che caffè delle mamme è un diritto inalienabile!

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  6. @Ester: bentrovata! grazie dei complimenti... e per fortuna il blog non diventa rosso!
    nelle mie pause caffè cerco di star dietro alla tua bottiglia!!!

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  7. Mia cara, questa musica è meravigliosa! Mi ha donato delle suggestioni indefinibili, e trovo che sia un modo molto sottile di raccontarti, attraverso un brano musicale. la musica sa donarci emozioni che non si riesce ad esprimere a parole. Forse anche tu, nell'incapacità di definirti e di spiegarti, viaggi su due binari che si incrociano ritornando l'uno sui passi dell'altro, ma il sovrapporsi di queste tue due dimensioni, può avere come risultante una melodia capace di suscitare forti emozioni...

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  8. Bellissimo il tuo post... Mi ritrovo moltissimo nella parte sulle Barbie :D
    Ti sei raccontata davvero bene. Sto partorendo la risposta al tuo commento sul mio blog...domanda difficilissima ma che mi ha fatto molto piacere e che è lo specchio della tua sensibilità. Ti aggrego cos`non mi perdo i tuoi post :-)

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  9. anch'io sono stata una mamma e una moglie in fuga. è successo un anno fà dopo la perdita di una persona a me molto cara ,dopo aver condotto una vita che tanto vita non era . il dover ricominciare la mia vita ed essere consapevole di sentirla talmente stretta a me tanto da soffocarmi. mi sentivo una disadattata nella mia stessa vita .un giorno ho incontrato un angelo che dall'azzurro e trasparente cielo mi guardava senza parlare mi faceva stare al settimo cielo.solo poi ho capito...proprio quando mi ha parlato che lui è un angelo fà parte di una vita che non è la mia e raggiunerlo è solo il frutto di una follia. ora la mia fuga è terminata ...ho capito che si deve ripartire da chi ti ama veramente.

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    1. Non è facile mettere in discussione se stessi e trovare il modo di ricominciare. A volte è molto più comodo fuggire e credere di essere diversi.
      Io alterno ancora molto, ma so che la via giusta è quella che indichi. Grazie !

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  10. è inutile sentire la necessità di esprimersi per esternare un disagio la confusione se poi si ricevono in cambio : un elenco asfissiante di domande arroganti e furiose . pretendere a tutti i costi delle risposte da una persona che è stata esposta al più vergognoso disagio. sono una mamma ,una molie giudicata con l'ignoranza( che non è l'ignoranza di chi non possiede lo sconfinato bagaglio culturale che i libri e i prof dell'università insegnano )ma è l'ignoranza dell'anima. sono una donna e una mamma che mai farebbe soffrire la propria famiglia preferisco morire io dentro piuttosto che far morire

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