Un amico, tempo fa, tentò di spiegarmi cos’è, in musica, un canone inverso.
Cercherò di fare un esempio: bisogna prendere una parola che, letta al contrario, dia un’altra parola di senso compiuto: In Wikipendia ho trovato: ACETONE = ENOTECA.
Ora devo pronunciare ACETONE e trovare qualcuno che pronunci ENOTECA insieme a me, nello stesso istante! Cosa ne esce? ... un casino!?
Ecco, questa è la mia esperienza di mamma.
Diventare mamma era la mia “vocazione” da una vita. Quando giocavo alle Barbie, le facevo sposare e subito diventavano mamme! Mai un sogno diverso, un'ambizione, una Barbie in carriera! Se è vero che i bambini imparano la vita giocando… questo è quello che ho imparato io.
Diventata grande le cose sono cambiate, di poco.
Ho conseguito la maturità, sono andata a lavorare, mi sono anche divertita, ma il chiodo fisso era quello! Trovare il mio principe azzurro e creare la mia famiglia!
Ho impiegato qualche anno (tanti) a trovare quello giusto (giusto?) anche se questa -col senno di poi- la ritengo una fortuna! Comunque il progetto comune c’era: metter su famiglia!
Ho cambiato paese, vita, lavoro, ben contenta di farlo perché lasciavo tante cose di cui ero poco soddisfatta…questa sarebbe stata la mia nuova vita!
Dopo due anni di rodaggio, abbiamo cominciato a cercare sotto i cavoli i nostri bambini. Due li abbiamo trovati senza troppa fatica, la terza è venuta a cercarci, lei! Non che non avessimo più voglia di cercare; il desiderio era davvero tanto, però stavamo cominciando a riassaporare il gusto di una vita “normale”… e chi ha bambini piccoli mi capisce senza troppe parole! Comunque la piccola arrivò senza darci l’imcombenza della decisione! E fu una gioia!
Ed eccomi lì bella bella (è un modo di dire) nella mia casetta, coi miei stupendi koala e un adorabile papàbarba! Ero felice? Mmmmm.
La sensazione che mi ha pervaso a lungo tempo è stata di stanchezza (fisica ma soprattutto mentale) e ancora, in sottofondo, la mia insoddisfazione, la tipica sensazione di essere la persona sbagliata-nel posto sbagliato-al momento sbagliato.
Ci sono stati momenti in cui, appena potevo, mollavo i bimbi alla suocera, al marito, alla zia! (forse sei anni di “congedo maternità” metterebbero alla prova chiunque!)
Quando lessi il libro “In un milione di piccoli pezzi” mi ci ritrovai tutta (anche se parlava di tutt’altra cosa). Sentivo forte la necessità di ritrovarmi, o meglio, di ricostruirmi.
Poi mi capitò tra le mani il libro “Ero una brava mamma prima di avere figli” (questo titolo mi calzava a pennello) grazie al quale scoprii il mondo delle mamme blogger!
Una delle prime è stata Ondaluna. La piccola Me aveva 4 mesi quando la sua Brioscina stava per nascere. Ho cominciato a leggere il suo Diario, non riuscendo a condividerlo pienamente perché le mie gravidanze erano state cercate, felici, godute in piena salute. Eppure non riuscivo a scostarmene.
Io non avevo vissuto i suoi dubbi, le sue domande, i suoi altalenanti stati d’animo. Della mie gravidanze ricordavo solo un gran sonno, un po’ di nausea in auto, l’enorme pancia, la fatica degli ultimi mesi per fare qualsiasi cosa e qualche pianto che avevo imputato ad altro!
Quando un anno dopo, la stessa Ondaluna, chiamò a raccolta le mamme, per una ricerca che stava svolgendo, mi buttai a capofitto nell’impresa e cominciai a … ricordare, piangere, scrivere, pensare e piangere!
Non era stato per niente facile affrontare la prima maternità; avevo accusato gli altri di aver troppo interferito nella mia vita. Ma non ero io la causa prima di quelle interferenze? Perché non ero riuscita a reagire, con decisione e fierezza a tutto questo? Io dov’ero? Dove s’era nascosto, se c’era stato, il mio percorso del divenire madre? Quando mi ero trasformata da crisalide a farfalla? Ma era successo?
Nel frattempo, anche grazie ai blog delle mamme, ho avuto la consapevolezza di essere in buona compagnia. Altre mamme avevano vissuto il mio “stordimento” nonostante fossero più forti e decise di me, ma soprattutto, tramite i loro racconti, ero riuscita a riconoscere, ripercorrere, decifrare, dare un nome alle sensazioni che avevo vissuto.
Ecco, dunque, perché mi sento una mamma in canone inverso.
Il mio percorso è un andare avanti e tornare indietro.
Andare avanti nell’esperienza di mamma e tornare indietro alla scoperta delle emozioni vissute, perché forse, viste da un'altra angolazione, assumono un significato diverso, vengono elaborate, trovano una ragione d’essere, non sono solo rimorso.
Così mi ritrovo ad essere, ancora una volta, una donna in fuga; non dai miei figli, sia ben inteso.
Sono in fuga da una me stessa… che somiglia troppo ad una madre (la mia) che amo poco (o che ha tradito il mio grande amore?) e che ritengo, in parte, colpevole di non avermi insegnato ad essere donna, prima di madre… e in fuga da un'altra me stessa, ideale, che sono sicura non poter diventare!
Nel mio canone inverso, sto cercando di trovare la mia giusta dimensione!
E, se mi avete seguito fino a qui,
Vi prego di dedicare ancora 3 minuti del vostro tempo per ascoltare questo!
Vi prego di dedicare ancora 3 minuti del vostro tempo per ascoltare questo!
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Questo post partecipa al giveaway di MammaMoglieDonna
Anche se non è stato pensato appositamente a tale scopo, ha trovato la migliore occasione, dopo una lunga gestazione, per “venire al mondo”.
Anche se non è stato pensato appositamente a tale scopo, ha trovato la migliore occasione, dopo una lunga gestazione, per “venire al mondo”.
(e questo è il peggior modo per ingraziarsi una mamma blogger! Non vincerò mai il premio! :P)